Le primarie che tanto prime non sono. Il Partito democratico è già morto?


Repubblica Tv ha intervistato ( lo scorso 29 Giugno) il Ministro Rosy Bindi sul recente discorso di Veltroni al Lingotto, alla quale hanno partecipato pure Ivan Scalfarotto (iMille) e Cesare Salvi, Sinistra Democratica (per l’intervento del sen. Salvi).

Tutto sommato il Ministro Bindi ha apprezzato il discorso del sindaco di Roma, anche se lamenta una poca attenzione alla sintesi culturale che il Pd dovrebbe rappresentare. Si è parlato, ha detto la Bindy, di ancoraggio al partito socialista europe e ciò continua la Bindi per rassicurare il proprio elettorato di sinistra, già fortemente messo in crisi dalla scissione mussiana. L’anima cattolica e sociale dei due partiti dovrebbero fondersi in qualcosa di nuovo, dice la Bindi, cosa che sembra sconfessata da una certa intenzione di perpretare una identità passata e passatista che pregiudica l’ingresso di nuovi protagonisti.

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Gesù, il Papa, il latino e i "topos" della Bibbia


Un vecchio sogno del Papa finalmente diviene realtà. La notizia è di ieri 28 Giugno, la messa, se i fedeli vorranno, sarà celebrata in latino.  

Il documento tra poco raggiungerà i vescovi di tutto il mondo ed entro la prossima settimana sarà reso noto al grande pubblico. Il testo, che sicuramente farà discutere, già sono state espresse perplessità dagli episcopati francese e statunitense (con il quale si paventa da anni una scissione), parifica la messa in latino a quella in volgare voluta da Paolo VI.

Papa Paolo VI

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Questo è un passo, forse non propriamente il primo, a detrimento del messaggio fuoriuscito dal Concilio Vaticano II, che a parere del Papa, va  interpretato, “interpretare il Concilio“, ha dichiarato, alla luce della tradizione, senza tuttavia rinunciare a due dei sui apporti più importanti, la libertà religiosa e le relazioni tra la Chiesa e il mondo.

un momento del Concilio Vaticano II

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A che pro? Quale è l’obiettivo che si vuole raggiungere con il recupero della messa in latino? Recuperare il rapporto con i lefevbriani? Sicuramente! Ritornare ad una purezza originale del cristianesimo? Può essere, ma non chiedetemi troppo, non mi invento teologo né esegeta.

I fatti sono questi, ma a ciò vorrei aggiungere una curiosità, un articolo pubblicato su L’Espresso dello scorso 7 Giugno, a firma di Marco Damilano, intitolato “Cristo, quanti errori“.

L’articolo riguarda il libro “Gesù di Nazareth” e l’autore è Joseph Ratzinger. Nulla di strano direte voi, ma se il libro è zeppo di errori, imprecisioni e parole tradotte male, qualcosa di sicuro non torna.

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Beppe Grillo. "V" come vendetta nell'8 settembre


In concomitanza con il discorso di Veltroni al Lingotto c’é ne stato un altro quello di Grillo a Bruxelles, che con la sua solita caustica accalorazione ha presentato, ad una platea gremita, il suo progetto, il V-day.

In quegli stessi giorni ho letto, in qualche giornale, la parola V-day, riferito al discorso di Veltroni, e perciò ho pensato che Grillo si fosse occupato anche del viaggio del sindaco di Roma nella città della Mole antonelliana. Sono andato a controllare e mi sbagliavo di grosso (postato il 27 giugno).

Che cos’è il V-day?

dal Blog di Grillo: “L’Italia è una nazione con un Parlamento non eletto dai cittadini, simile più a un istituto di pena che a un luogo in cui si dovrebbero decidere le sorti della Nazione. Il mio è un appello per restituire la libertà di voto e di informazione all’Italia. L’otto settembre organizzerò in ogni città d’Italia una manifestazione, l’ho chiamata Vaffanculo day. Una via di mezzo tra il D-day dello sbarco in Normandia e V come Vendetta. Quel giorno gli italiani dovranno riprendere in mano il loro Paese distrutto da decenni di partitocrazia, di massoneria piduista, di intrecci tra banche e mafia, di ingerenze del Vaticano nella cosa pubblica, dalla informazione di Stato e di Berlusconi, dai conflitti di interesse.

partecipa al V-day

     

Veltroni al Lingotto. Un giochino 2.0 dal sapore ottocentesco


Vi propongo un post pubblicato il 28 Giugno su SpinDoc. Un articolo, l’ennesimo potrebbe dire qualcuno, sul discorso di Veltroni al Lingotto, sull’ufficializzazione della sua candidatura al vertice del Pd.

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Niente paura non vi tedierò con alte quanto inutili speculazioni politologiche. Non vi parlerò di ciò che ha detto o di ciò che avrebbe potuto dire, della natura o della forma che il Blair italiano darà al neopartito, sempre restando che il 14 Ottobre “l’assemblea dei grandi elettori” lo incoronerà leader del Partito democratico.

Vi propongo un giochino. “Un’analisi” quantitativa che alla fine è anche qualitativa e perciò l’onere dell’analisi la lascio a voi. 

“Per SpinDoc ho provato, scrive Sofi nel suo Webgol, a dare in pasto ad un programma di conteggio delle parole con presentazione a tag cloud il discorso completo del sindaco di Roma, più di 70.000 battute. Ecco quello che ne è venuto fuori (eliminando parole comuni, preposizioni, ripetizioni): la tag cloud delle 100 parole più usate da Veltroni nel discorso di Torino“.

un giochino con le tag

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Val di Noto. Trivellazioni e le certezze di Totò Cuffaro / 3di3


Oggi ho ricevuto una segnalazione dagli amici del Comitato No-Triv, che mi hanno inviato il link del discorso (dal 29° min. intervento di Andrea Cammilleri, dal 38° min. l’intervento di Totò Cuffaro) fatto dal presidente della Regione Sicilia in occasione della cerimonia di presentazione della fine dei lavori alla cattedrale di Noto.

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Naturalmente Totò Cuffaro non ha perso occasione per ribadire la sua estraneità, come governo, alla questione riguardante le trivellazioni nel Val di Noto.

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Due appunti alle dichiarazioni del presidente della Regione:

1) Non è vero che le trivellazioni riguardavano solo il metano. Se il presidente avesse letto il disciplinare sarebbe a conoscenza che la ricerca riguarda gli idrocarburi liquidi e gassosi, dove liquidi, scusate la pedanteria, sta per petrolio.

Maria Noé

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2) Non è vero che il governo siciliano è stato da sempre contrario alle trivellazioni (questa affermazione è stata ripetuta ben 9 volte dal presidente della Regione). Ricordo, che a firmare la concessione fu un l’assessorato all’industria nella persona di Maria Noè in forza ad un partito denominato Lista del Presidente (dove naturalmente il presidente è Cuffaro).  

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vedi anche: La Sicilia e il Muro di gomma 1di3 e Val di Noto. La Panther Oil fa un passo indietro. Ma Wwf e Ds frenano gli entusiasmi 2di3

Forcella, Napoli. Ennesima vittoria della camorra, lo Stato arretra e don Luigi Merola è costretto ad andarsene


Anche se tutti i fiori saranno strappati, nessuno potrà mai fermare la Primavera. Continuiamo a sognare una Primavera di Pace e di Giustizia per la nostra amata terra campana..!”, ha salutato così don Luigi Merola gli abitanti di Forcella.

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Don Luigi Merola, il sacerdote anticamorra, ha lasciato, ieri domenica 24 Giugno,  la parrocchia di San Giorgio ai Mannesi, nel quartiere di Forcella. Ad annunciarlo è stato l’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe.

Don Luigi Merola un prete che da anni combatte la camorra a Forcella, un quartiere difficile, un quartiere nel quale è diventato simbolo di legalità e speranza. Don Merola viveva da anni oramai sotto scorta e nonostante le ripetute minacce ha continuato nella sua opera di denuncia. Pochi giorni fa l’ultimo avvertimento, una foto con un proiettile disegnato sulla bocca del prete.

Lo Stato non è in grado di difenderlo e perciò va spostato, a chiederlo, però, è stato lo stesso Merola, forse troppo stanco o forse non vuole rischiare la vita di innocenti in una lotta decisamente  impari.

 

Il giudice Ingroia sulla nuova P2. ''C' e' un qualcosa nel paese che da mesi, forse un anno, soffia aria mefitica''


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Qualcuno invoca la moralizzazione della politica. Qualcun altro, sfruttando la sua posizione, inveisce contro chi non può far altro che pagare le tasse, esaltando, al contempo, commercianti, imprenditori e liberi professionisti, che poi sono anche i soggetti direttamente coinvolti nel problema dell’evasione fiscale.

Altri, cavalcando l’onda, parlano di antipolitica e altri ancora accusano il sindacato di rappresentare solo la Pubblica Amministrazione e i fannulloni.

giudice Antonio Ingroia

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Mentre tutto ciò accade un certo Antonio Ingroia, sostituto procuratore a Palermo, da sempre impegnato nella lotta alla mafia, alle telecamere di “In Mezz’ora” della Lucia Annunziata, in onda ogni domenica su Rai Tre, ha paventato l’esistenza di una nuova P2.

Ingroia ha dichiarato:

Non credo sia un eccessivo allarmismo, sono convinto, non per fede ma per risultanze di indagini, che questo sistema di potere sia vivo e presente e in questo momento, a causa della debolezza della democrazia italiana, sia più forte“.

La politica stessa, alle volte, invece di chiedere dei passi avanti chiede dei passi indietro alla magistratura… Si pensa che i magistrati intendano avversare il primato della politica ma non è così, ben venga quando si fanno passi avanti verso le regole e una maggiore legalità ma spesso, invece, e forse anche negli ultimi giorni, il primato della politica viene inteso come richiesta di passi indietro alla magistratura e alla stampa“.

Questo “preoccupa perchè se cade nel vuoto il ruolo della giustizia e dell’informazione si arriva sul ciglio di un precipizio nel quale cadiamo tutti“. Il rischio, poi, conclude Ingroia, “di una strumentalizzazione dell’azione del magistrato c’è sempre” e “c’è un disegno che passa anche attraverso la strumentalizzazione del conflitto tra politica e magistratura“.

Facendo riferimento alla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche e al rinvenimento di archivi ‘paralleli’, il magistrato Ingroia ha parlato di un ”sistema di potere collaterale”. ”P2 o non P2, ha aggiunto, sono convinto che questo sistema di potere è ancora vivo, presente in Italia e ancora piu’ forte grazie alla debolezza della democrazia. E’ un momento di pericolo per la democrazia italiana”.

Intercettazioni telefoniche. Privacy e diritti individuali nell'americanismo odierno


Antonio Di Pietro si schiera contro la legge sulle intercettazioni e lo confessa al blog di Beppe Grillo. «Siamo ormai ridotti alla informazione giudiziaria, scrive Beppe Grillo, per sapere cosa succede. E ci vogliono togliere pure quella. Il governo Prodi è nato morto con l’aborto della nomina di Mastella alla Giustizia».

Mentre il popolo italiano si abitua ai continui scandali, che ad intervalli regolari deflagrano in questo o in quel settore, la nostra classe dirigente, dimentica delle sue ataviche differenze, si trincera dietro un muro di democraticità, di diritto alla privacy e di diritti individuali.

E così mentre vallettopoli, calciopoli, tangentopoli e con loro i furbetti del quartiere e le varie scalate, hanno caratterizzato, per quanto ne possiamo sapere, gli ultimi anni della democrazia italiana, i nostri politici hanno deciso di imbavagliare l’informazione. Di punire l’anello debole della catena (i giornalisti, punibili pecuniariamente, sino a 100.000 euro, ma anche penalmente) e di lasciare nella sua naturale ignoranza la cittadinanza, che, se passasse la legge, verrebbe informata solo a chiusura del processo. E così, però, il cittadino potrebbe continuare del tutto indisturbato a fare il tifo per questa o quella squadra di calcio, per questo o quel governatore, per questo o quel politico, giornale, banca o assicurazione che dir si voglia.

Ma la legge, che tra poco verrà discussa in Senato, raggiunge anche un altro obiettivo, che è quello di permettere al giornalista di farsi gli affari suoi e quindi viver meglio, lontano dalla morbosità del quotidiano.

Con buona pace per i futuri golaprofonda, Nixon e Watergate.

[Alcuni passi della lettera del Ministro Di Pietro]

I nostri emendamenti si propongono di eliminare le pesanti sanzioni, anche penali, ai giornalisti, che sono l’anello debole della catena, e di garantire la possibilità di accedere alle intercettazioni durante le indagini preliminari una volta messe a disposizione delle parti e riconosciute rilevanti ai fini penali.

Le intercettazioni di D’Alema e Fassino, come quelle dei politici legati a Berlusconi, hanno infatti un significato “politico” e, per questo, non possono e non devono essere sottratte alla valutazione degli elettori.

La stessa Corte Europea dei diritti dell’uomo ha dato pienamente ragione alla nostra decisione di non votare al Senato il testo sulle intercettazioni. Lo ha fatto con una recente sentenza che ha condannato la Francia per violazione della libertà di espressione in relazione ad una condanna dei tribunali francesi di due giornalisti per la pubblicazione di un libro sul sistema di intercettazioni illegali durante la presidenza Mitterrand.

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Firma anche tu contro la legge bavaglio-Mastella

vedi anche:

I giornalisti europei bocciano ancora una volta la praxis italica…

Intercettazioni. Tutti allarmati tranne Berlusconi & Co.

Le intercettazioni e le falsità costruite ad hoc…

Filoneismo e misoneismo nella campagna elettorale per la presidenza della provincia di Genova


Abbiamo analizzato e messo a confronto i due siti dei candidati alla presidenza della provincia di Genova. Il candidato uscente Alessandro Repetto dell’Ulivo e la sfidante Renata Oliveri della Casa delle Libertà.

La prima cosa che salta all’occhio è la sobrietà, la razionalità ed un’estetica decisamente piacevole (ripartizione degli spazi e del contrasto cromatico) del sito della Oliveri. A differenza di quello di Repetto, che è più dispersivo, forse proprio a causa delle troppe cose inserite nella home page.

[Renata Oliveri]
Renata Oliveri

Ma veniamo ai contenuti. Iniziamo dal dire cosa hanno in comune i due siti per poi approfondire l’analisi ed evidenziarne le differenze, con un occhio di riguardo per l’aspetto filoneistico, concernente la propensione dei candidati a far ricorso alle innumerevoli potenzialità del web. Ambedue i siti contengono le biografie dei candidati, le agende degli appuntamenti, hanno una sintesi del programma ed la possibilità di scaricarlo integralmente, contengono foto e spot, come una rassegna stampa alquanto corposa. Quella del presidente uscente (106 artt.) ha inizio con un pezzo del 30 Marzo scorso, mentre quella della Renata Oliveri (35 artt.) ha inizio il 24 Aprile.
Gli ultimi articoli sono datati 12 Giugno. Come spesso accade, purtroppo, finiscono le elezioni, e il sito si congela.

I due candidati hanno una pagina dedicata ai loro comunicati stampa (15 per Repetto e 14 per la Oliveri). Tutte e due i siti hanno dei link, ma mentre quello della Oliveri è semplicemente un collegamento ad una testata online, che l’ha intervistata il 10 Maggio scorso, nel sito di Repetto i collegamenti sono a “L’eco della Stampa”, una agenzia giornalistica, e ad “AzzeroCO2”, un sito dedicato alle tematiche ambientaliste.

[Alessandro Repetto]
Repetto

L’album fotografico inserito da Renata Oliveri è decisamente più completo di quello di Alessandro Repetto composto da sole cinque foto, una la copia dell’altra. Sono 36, invece, gli scatti che ritraggono la Olivieri. Foto fatte tra la gente, nel tempo libero, col marito, durante le ore di lavoro, con gli amici parlamentari nonché con Papa Giovanni Paolo II.

Veniamo agli spot. Renata Oliveri ha inserito i sei spot su Youtube, peccato che un solo video permette allo spettatore di instaurare un contatto visivo con la candidata (gli altri cinque spot sono con voce fuoricampo, di breve durata e su temi alquanto generici; nessuna scelta di tipo “narrativo”). Lo spot di punta è più uno slogan politico da tribuna elettorale, che uno spaccato della campagna elettorale o della “vita privata” della candidata o dei problemi della provincia di Genova.

Sei i video del presidente uscente. Tutti molto generici, con voce fuori campo e di breve durata e non scaricabili. Non esiste un canale su YouTube, mancanza che non permette alcuna potenziale diffusività o viralità dei video.

Ultime due differenze.
La prima riguarda il contatto con i simpatizzanti fortemente voluto dalla Oliveri, che oltre ad inserire la sua mail ed un numero di telefono (fisso), ha voluto dedicare una pagina del sito alle lettere inviatele dai cittadini. La comunicazione diretta con Alessandro Repetto è limitata, invece, al solo canale delle mail. L’ultima differenza riguarda la colonna sonora degli spot elettorali di Alessandro Repetto, che è scaricabile, e la possibilità di sostenere direttamente il proprio candidato o come volontario o con delle donazioni in denaro.

 

Per visionare altri articoli su la politica 2.0 vedi anche su SpinDoc: Comunali di Genova. Il sito di Enrico Musso, Comunali di Genova. Il sito di Marta Vincenzi. Politica 2.0. Le campagne web della politica italiana. E ancora Exit