Il 12 e il 13 giugno si celebreranno i 4 referendum su: privatizzazione del servizio di gestione delle acque pubbliche, sul nucleare e sul legittimo impedimento.
Una cosa che non capisco e non riesco ad accettare è perché il popolo italiano debba sistematicamente ignorare l’unico strumento che ha di democrazia diretta. Proprio in un Paese come quello italiano, che da sempre ha fame di democrazia. Andare a votare è un fatto di civiltà, si può votare Si e si può votare No, una legge la si può abrogare o la si può confermare ed allora perché vanno tutti al mare come ci consigliò quel gran signore di Bettino Craxi?
Ribadiamo una cosa, quei bolscevichi della Corte Costituzionale hanno detto si al referendum sul nucleare. Quindi saranno 4 le schede su cui poter votare. Quindi neanche il famigerato decreto Omnibus, approvato in tutta fretta lo scorso 31 marzo, contenete la moratoria sul nucleare, ha potuto fare nulla contro il referendum di iniziativa popolare.
Ma veniamo brevemente ai 4 quesiti. Privatizzazione delle reti idriche (scheda rossa e gialla). I fautori della legge asseriscono che il nostro sistema idrico è un colabrodo (giusto!) e le municipalità non hanno i soldi per fare le dovute manutenzioni, ecco che entrano in gioco i privati o meglio le S.p.A., con capitale misto pubblico/privato. Due considerazioni: se un privato entra in un affare, di certo non lo fa per spirito solidaristico, ma per ricavarne un guadagno. Ora visto che le nostre reti idriche necessitano di ingenti investimenti, dove queste S.p.A. recupereranno i soldi investiti se non implementando le tariffe? Due, questi privati non sono delle entità astratte, ma multinazionali conosciute, che in Italia già si occupano di acqua, energia e rifiuti. Un complesso sistema di scatole cinesi ci conduce al solito gruppetto di multinazionali che fanno affari nel mondo con l’acqua e i rifiuti, su tutte la Veolia, S.p.A. francese con grossissime partecipazione di capitale statunitense, e poi le “italianissime” Eni, Suez, Hera ed Acea, delle quali la Veolia possiede importanti pacchetti azionari. Nelle città italiane dove l’acqua è stata già privatizzata, nel Molise o sul versante campano-laziale, i benefici per le tasche delle società dai nomi improbabili, come Acqualatina, Sigesa o Acqua Campania S.p.A, non si sono fatti attendere. Naturalmente dietro queste società c’è la Veolia e le altre multinazionali sopracitate. In conclusione va ricordato che la Veolia si occupa già da anni delle reti idriche tedesche e francesi, notizia di questi mesi è che la Germani e la Francia stanno facendo un passo indietro in favore dell’acqua pubblica, troppo alte le tariffe. Voti Si o No?
Il nucleare (scheda grigia). Se questa tecnologia fosse veramente la soluzione ai problemi energetici mondiali non si capisce come tutte le nazioni fortemente industrializzate non investano sul nucleare. Se il nucleare fosse, come qualcuno ci vuol far credere, la risorsa sicura, a bassissimo impatto ambientale ed estremamente redditizia, non si spiega perché la Germania e la Svizzera hanno detto no al nucleare, la Cina investe sempre più sulle energie alternative e perché gli Stati Uniti non costruiscono una centrale nucleare da 40 anni. Si continua a ripetere che sono sicurissime, naturalmente sino al prossimo incidente. Dopodiché i nostri esperti iniziano ad imbastire infinite discussioni che vorrebbero spiegare il perché quell’incidente è accaduto. Il fatto è che gli incidenti accadono. Il Giappone, sino ad un anno fa, veniva portato ad esempio, solo oggi, dopo Fukushima, scopriamo che i suoi impianti erano obsoleti, ma nessuno ci spiega il perché. Il perché è molto semplice, costruire e poi smantellare una centrale nucleare ha costi abnormi e difficilmente calcolabili, ecco il motivo per cui le centrali non vengono dismesse e le si utilizza anche a rischio di incidenti. Senza parlare poi delle scorie, l’Italia non sa che farsene della sua immondizia figuriamoci dei rifiuti nucleari. Voti Si o No?
Il quarto quesito referendario riguarda il legittimo impedimento (scheda verde chiaro). Dopo che la Corte Costituzionale ha in parte bocciato la legge n° 51 del 7 aprile 2010, cioè quella legge che voleva giustificare l’assenza in tribunale, per il Presidente del Consiglio e per i ministri della Repubblica, nelle udienze dei procedimenti penali a causa degli impegni istituzionali. Gli esponenti del centrodestra con Berlusconi in testa da sempre hanno presentato questa legge come un atto di modernità e di civiltà, così come è in tutto il resto d’Europa, totalmente falso di seguito il perché, all’indomani del pronunciamento dell’Alta Corte hanno iniziato a delegittimare questo quarto quesito giudicandolo inutile e ridondante.
Non è così, perché questo quarto quesito vuole ri-affermare con forza un principio costituzionale messo in discussione dalla suddetta legge: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Ritornando ai tanto sbandierati esempi europei basterebbe vedere che:
In Francia non esiste alcuna protezione per i ministri. La Costituzione prevede, nell’articolo 26, che gli eletti non sono coperti dall’immunità restano fuori dall’immunità anche gli atti compiuti per incarico del governo. I ministri possono essere indagati in qualsiasi momento, presidente del consiglio compreso. Solo il presidente della Repubblica (il caso Chirac omologo di Napolitano e non di Berlusconi) è totalmente irresponsabile, anche se sono allo studio modifiche per questa tutela.
In Spagna i parlamentari sono perseguibili per i loro reati senz’alcuna limitazione, ma sottoposti all’autorizzazione del Parlamento. In trent’anni non si ha notizia di un solo rifiuto. I ministri non godono di alcuna tutela, ma per loro è responsabile del giudizio non la magistratura ordinaria, ma la Corte suprema.
In Germania parlamentari godono dell’immunità solo per quello che fanno nella loro veste di deputati. Come in Italia non possono essere arrestati senza l’autorizzazione della Camera di appartenenza. Stesso trattamento per il Cancelliere e per i ministri. Nessuno è immune per atti estranei all’attività di governo. Nel caso del presidente della Repubblica è perseguibile il giudizio solo per violazione premeditata della Costituzione. Voti Si o No?