Il Gioco delle tre carte. L’ex Pdl, il Polo della Nazione e l’antipolitica


Il countdown dei partiti è iniziato. Era un po’ che aleggiava, ma adesso possiamo dire che ci siamo. Prima lo spread con la crisi, quindi lo spauracchio greco ed il Governo Monti. E ancora le inchieste dei tribunali di mezza Italia che colpiscono il PD al nord e al sud, dimezzano o azzerano i vertici della Lega Nord e poi il Pdl, che con i suoi esponenti è sempre un must per ogni procura. Ma tutto ciò non era stato sufficiente a far crollare il teatrino della politica, occorreva la fatidica goccia. Ci ha pensato Grillo con il suo Movimento o meglio con il suo presunto 10% ad accellerare il moto di distruzione.

Tutto questo, naturalmete, poggia sul sostanziale fallimento del governo Monti e sul fatto che il popolo italiano pian piano ne sta prendendo coscienza.

Già l’anno scorso, quando il governo retto da Silvio Berlusconi era solo il fantasma di se stesso, pian piano si faceva largo l’idea che il Popolo della Libertà era giunto, come il suo leader, al capolino. Si parlò della nascita di un nuovo partito,  che avrebbe soppiantato il “vecchio” Pdl, legato a doppio filo con il Partito Popolare Europeo. Un soggetto politico che, avendo messo alla porta il Cav., avrebbe preso nome e linee di pensiero proprie del Ppe. Poi si parlò pure dell’eventualità della nascita di due partiti il Ppe, appunto, ed un secondo retto da Berlusconi e dai suoi fedelissimi. Oggi le cose sono finalmente più chiare.

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ANGELICA: “IL VOTO UTILE E’ UNO STRUMENTO PER IL BENE COMUNE”


Abbiamo intervistato il consigliere comunale di Ragusa Angelica, UdC, prossimo candidato al consiglio comunale.

Lei ha parlato di voto utile, in che senso?
Il voto dei cittadini è una cosa di fondamentale importanza. Il voto non è e non può essere una cortesia al candidato, il voto è un investimento che il cittadino fa sul suo futuro. È un atto di coscienza. Questo significa voto utile, il voto è sempre uno strumento in mano al cittadino.

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sondaggio sulle primarie del pd ragusa – 6 febbraio 2011


Lo scorso 6 febbraio Attitude be free ha somministrato, durante le primarie del Pd a Ragusa, un questionario, dieci domande, 7 sul Pd nazionale e 3 su quello locale, per computare i sentimenti, le volontà e i desideri dell’elettore del centrosinistra nel capoluogo ibleo.

Precisazioni.

Il questionario è stato somministrato solamente nel seggio elettorale della Camera di Commercio di Ragusa in Piazza Libertà.

Tutti i valori espressi nelle Tabelle sono in percentuale.

Fatta eccezione per la Tabella numero 7 il campione ha avuto sempre la possibilità di esprimere più di una preferenza.

Tenendo conto che il questionario è formulato in base a domande a risposta multipla la base su cui sono state conteggiate le percentuali muta di volta in volta in base al numero di preferenze espresse.

Analizzando le risposte sulle coalizioni possibili, sia a livello nazionale che locale, abbiamo dedotto anche un secondo risultato ovvero i voti complessivi che ogni formazione politica ha ottenuto, conteggiando sia le singole volte che il suddetto soggetto politico compare alleato con il Pd sia le volte che questo partito compare all’interno di una coalizioni, in tal modo siamo riusciti a tracciare il livello di gradimento, del campione preso in esame, nei confronti di tutti i partiti, sempre in relazione con il Partito democratico .

Le prime sette domande vertono sul PD nazionale le ultime tre su quello locale.

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DECADA DAL MANDATO PARLAMENTARE… PEPPE DRAGO NON PUÒ STARE LÌ


peppe drago

Anche se in modo tardivo, il Parlamento si ricorda dell’onorevole Peppe Drago. La Giunta per le elezioni della Camera dei deputati ha votato, lo scorso 28 luglio, la decadenza di Peppe Drago dalla carica di onorevole a causa della condanna in via definitiva inflittagli dalla Cassazione per peculato nel maggio del 2009.

La sentenza della Giunta parrebbe scontata, infatti l’onorevole è stato condannato all’interdizione dai pubblici uffici per tre anni. Il fatto è che Drago, ancora oggi, è in Parlamento, vota come qualunque altro onorevole, firma disegni di legge e naturalmente percepisce lo stipendio come i suoi colleghi. Come è possibile? La legge lo si sa non è per tutti uguale, ma è fatta per i potenti. Drago infatti sta utilizzando un vuoto normativo del regolamento parlamentare che in pratica ha “annichilito” la sentenza della Cassazione. Ovvero visto che l’interdizione non è perpetua ma limitata nel tempo, era stata proposta non la decadenza ma la sospensione dell’onorevole Drago, una formula che ha gettato nel “panico giuridico” la Giunta per le elezioni della Camera dei deputati, in quanto questa formula non è contemplata dal regolamento parlamentare.

La Giunta così ha iniziato a studiare il caso, certo solo dal 10 marzo scorso forse prima era impegnata in altro, consultando giuristi ed esperti vari. La decisione dello scorso 28 luglio non è un punto d’arrivo, però, ma un punto di partenza potremmo dire, anche perché si attendono altri due passaggi in Giunta, il prossimo è stato fissato per il 6 ottobre del 2010.

Nel frattempo Drago oltre a svolgere la sua normale attività da parlamentare si difende, non si sa bene da che cosa, utilizzando l’ormai comprovato schema craxiano: «Io mi sono comportato come gli altri presidenti prima di me, ho fatto ciò che continuano a fare ministri e sottosegretari: nessuno rende conto dell’uso dei fondi riservati. E allora, perché dovrei essere il solo a pagare?», perché lo ha deciso la Cassazione? Potrebbe essere una risposta.

Ricordiamo che Peppe Drago, quando era Presidente della Regione Sicilia, nel 1998, si appropriò dei fondi riservati al Presidente della Regione, 123.123,00 euro, senza nessuna rendicontazione.

LE STRANE STRATEGIE DEGLI “SPIN DOCTOR” RAGUSANI


Il mondo della politica ci ha abituato, oramai da tempo, a quello squallido teatrino che ogni giorno politici e politicanti mettono in piedi per accaparrarsi qualche manciata di voti. Come ogni buon comunicatore politico sa, oggi viviamo nell’era della campagna elettorale permanente, infatti non basta più esser eletti, ma bisogna tenere alto l’indice di gradimento della coalizione, del partito o del singolo politico durante tutto il corso del mandato, così da non farsi trovare impreparati alla successiva tornata elettorale. Nonostante ciò sia un fatto assodato, nei piccoli centri, quale potrebbe essere la bella Ragusa, non appena ci si avvicina alle urne, gli animi dei contendenti entrano in fibrillazione, si eccitano, si galvanizzano a tal punto da mettere in scena ridicole manifestazioni, non so se uterine o testosteroniche, ma di sicuro patetiche.

E’ quello che è successo lo scorso 14 luglio all’inaugurazione dei nuovi spogliatoi per l’impianto sportivo del Villaggio dei Gesuiti di Marina di Ragusa, una occasione veramente ghiotta per chi cerca un po’ di visibilità. Come dire il red carpet dei festival del cinema per i divi di Hollywood. In fondo questo è un restauro costato al Comune ben 45 mila euro…

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Ragusa. Per Cosentini è prossima l’ennesima rivoluzione cristiano democratica… (trasformismo gattopardesco)


vice sindaco di Ragusa Giovanni Cosentini

Come volevasi dimostrare ecco le pronte dichiarazioni di Giovanni Cosentini, vice sindaco di Ragusa, che non appena ritornato dalla tre giorni organizzata dall’Udc a Todi ha dichiarato:

Una opportunità unica. Non ripetibile. Soprattutto per la provincia di Ragusa. Perché si gettano le fondamenta per la costruzione della casa comune dei moderati. E’ interessante sottolineare – continua Cosentini – come, con riferimento al quadro esistente nella nostra provincia, la creazione di questo progetto politico potrebbe attrarre quanti sono alla ricerca di una politica non gridata, di una politica come progetto, al servizio dell’uomo, della famiglia, della solidarietà e della sussidiarietà. Il Partito della nazione, insomma, potrebbe attirare quanti non si ritrovano più a sinistra, nella logica di un Pd che ha smarrito la via della politica, e quanti a destra sono stanchi di assistere a posizioni estreme che fanno storcere il naso a tanti amici che intendono la politica come momento di dialogo e di condivisione di determinati percorsi.
La manfrina è sempre la stessa: “saremo una forza moderata” e  “saremo la casa dei delusi”. Ma poi il pensiero di Casini riportatoci da Cosentini si esplicita in tutta la sua sostanza:
Il Partito della nazione vuole proporsi ad un elettorato e ad una classe dirigente che non ci sta più a questo meccanismo perverso del bipartitismo, all’estrema ossessione della Lega nel costringere il Governo ad assumere decisioni penalizzanti per il Meridione”.

Partito della Nazione, l’ultima trovata dei centristi Italiani ovvero l’ennesima sigla.


verso il "Partito della Nazione"

Partito della Nazione“. Il nome evoca fantasmi lontani, organizzazioni politiche d’altri tempi, scioviniste e nazionaliste, ma non c’è da aver paura, dietro questo progetto c’è l’ennesimo tentativo di Pier Ferdinando Casini di rientrare nella politica che conta.

Casini e il suo vecchio amico Silvio

E’ da un po’ che gli ex democristiani provano a resuscitare la vecchia concezione del partito di massa, un partito ispirato alla morale cristiano, magari un po’ populista e naturalmente “moderato”. Concetto, quest’ultimo, non ancora venuto alla nausea dell’elettorato (peccato!). Basta sfogliare, infatti, le dichiarazioni  dei vari leaders politici per ritrovare la stessa manfrina “un partito che riesca a riunire tutte le forze moderate stanche del berlusconismo e della sinistra centrosinistra”. Una formula riuscitissima, che ogni forza politica continua a ripeterlo in ogni suo programma al fine di differenziarsi, non si sa bene da cosa però, visto che non c’è un partito che possa essere considerato radicale o massimalista, forse l’unico rimasto è il Partito Comunista dei lavoratori di Marco Ferrando, che con poco più di 208.000 voti alle ultime elezioni ha seriamente messo a rischio, secondo qualcuno, la democrazia in Italia.

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