Il clima di dialogo , i toni rilassati, l’aria quasi melensa, che si respira nei palazzi del potere oggi ha subito una battuta d’arresto. L’atmosfera acclamata da tutti (maggioranza, opposizione e giornali e giornalisti dell’una e dell’altra parte) come la nascita di una nuova Italia/politica, più confacente alla prassi istituzionale delle democrazie occidentali, ha mostrato stamane tutti i suoi limiti?
Gianfranco Fini, Presidente della Camera dei deputati, prende il primo scivolone, ignorando il suo ruolo istituzionale favorisce i deputati del centrodestra a discapito dell’ex Ministro Antonio Di Pietro (Italia dei Valori). Mentre scrivo si stanno svolgendo le dichiarazioni per votare la fiducia al nuovo Governo Berlusconi, tutto fila liscio fino a che (ore 10.30) a prender la parola è l’onorevole Antonio Di Pietro, che a questo clima di estremo buonismo non ha mai creduto ed anzi ha messo in guardia (ieri) gli alleati del Partito democratico, troppo creduloni a suo dire.
Ed è questo concetto che oggi Di Pietro ha ribadito in Aula ed è ciò che ha fatto scoppiare la bagarre. Fischi, ululati e grida, come nella migliore delle tradizioni della Casa delle Libertà, si sono sollevate nei confronti del leader dell’IdV. I deputati del centrodestra così sono riusciti ad interrompere più volte la dichiarazione dell’ex magistrato, che alla fine si è visto costretto a chiamare in causa il Presidente della Camera, il quale dopo qualche timido tentativo di placare gli animi esagitati dei suoi compagni di coalizione, ha richiamato l’oratore stesso:
“Lei non è nuovo di questa Aula e sa… Dipende da ciò che si dice, fermo restando che ho già invitato la parte destra dell’emiciclo a non interrompere”.
Quindi Fini da un lato se la prende con Di Pietro, colpevole di aver espresso la sua idea, dall’altro lato si difende, in fondo il suo lavoro di Presidente l’ha fatto e se i suoi compagni di partito e di coalizione lo ignorano che cosa può fare? In fondo è solamente il Presidente della Camera, la terza carica dello Stato italiano.
Mi devo correggere, ieri avevo scritto che “nessuno del cosiddetto centrosinistra si è espresso in difesa di Di Pietro”, bene ho sbagliato Walter Veltroni nella sua dichiarazione di voto ha detto (dai resoconti stenografici della Camera):
“L’opposizione è costituita in questo Parlamento da diverse forze con le quale ci proponiamo un cammino di dialogo e di convergenza. Voglio dire a noi tutti che dobbiamo abituarci anche ad ascoltare parole e opinioni che non condividiamo, ma ad ascoltarle con il rispetto che si deve a ciascuno in un’aula parlamentare – lo dico a proposito dell’intervento dell’onorevole Di Pietro. Ma ci sono anche forze di opposizione presenti nel Paese ma non in Parlamento, la cui voce è interesse comune: non smettano di dialogare e di pesare nella vita istituzionale e politica”.
Un altro deputato ad aver bacchetato il neo presidente Fini è stato Pier Ferdinando Casini, che forse proprio perché quel ruolo lo ha ricoperto magistralmente nella XIV legislatura, ha sottolineato come:
“Non si può sindacare l’intervento di un deputato. Sarebbe un precedente…”