Oggi (forse) nasce il governo, vedremo chi farà cosa


Dal blog di Beppe Grillo copio ed incollo la lista dei “signori”  che risiedono in Parlamento.

(l’elenco è aggiornato da Marco Travaglio e da Peter Gomez al maggio di quest’anno)

Indovina a chi spetta il primato?

Fonti: “Se li conosci li eviti” di Marco Travaglio e Peter Gomez – Camera dei Deputati (www.camera.it), Senato della Repubblica (www.senato.it)

Berruti Massimo Maria (FI): condannato in via definitiva a 8 mesi per favoreggiamento.

Bonsignore Vito (europarlamentare FI): condannato definitivamente a 2 anni per tentata concussione nello scandalo delle tangenti per il nuovo ospedale di Asti.

Mario Borghezio (europarlamentare Lega Nord): condannato in via definitiva per incendio aggravato da “finalità di discriminazione”, per aver dato fuoco ai pagliericci di alcuni immigrati che dormivano sotto un ponte di Torino, a 2 mesi e 20 giorni di reclusione commutati in 3.040 euro di multa.

Bossi Umberto (Lega Nord): condannato in via definitiva a 8 mesi di reclusione per 200 milioni di finanziamento illecito dalla maxitangente Enimont.

Cantoni Giampiero (FI): ha patteggiato 2 anni di reclusione per corruzione e concorso in bancarotta e risarcito 800 milioni di lire.

Carra Enzo (PD): una condanna in via definitiva per false dichiarazioni al pubblico ministero. Per i giudici, Carra è un falso testimone che, con il suo «comportamento omertoso» e la sua «grave condotta antigiuridica», ha tentato di «assicurare l’impunità a colpevoli di corruzione, falso in bilancio e finanziamento illecito» nel caso Enimont. Parola del Tribunale e della Corte d’Appello di Milano, nonché della Cassazione, che l’hanno condannato prima a 2 anni e poi a 1 anno e 4 mesi (grazie allo sconto del rito abbreviato) di carcere.

Ciarrapico Giuseppe (PDL): è stato condannato a 3 anni definitivi per il crack da 70 miliardi della Casina Valadier (ricettazione fallimentare) e ad altri 4 e mezzo per il crack Ambrosiano (bancarotta fraudolenta).

De Angelis Marcello (AN): condannato in via definitiva a 5 anni di carcere per banda armata e associazione sovversiva come dirigente e portavoce del gruppo neofascista Terza Posizione.

Dell’Utri Marcello (FI): condannato definitivamente a Torino a 2 anni e 3 mesi per false fatture e frodi fiscali nella gestione di Publitalia (reato per cui fu arrestato per 18 giorni nel maggio 1995 e poi patteggiò la pena in Cassazione).

Farina Renato (FI): Farina patteggia una pena di 6 mesi di reclusione per favoreggiamento nel sequestro di Abu Omar, l’imam egiziano rifugiato in Italia, sequestrato a Milano il 17 febbraio 2003 dalla Cia con l’aiuto del Sismi, trasportato nella base americana di Aviano e di lì deportato in Egitto, dove fu torturato per sette mesi.

La Malfa Giorgio (FI): condannato definitivamente a 6 mesi per il finanziamento illecito della maxitangente Enimont.

Maroni Roberto (Lega Nord): condannato definitivamente a 4 mesi e 20 giorni per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale durante la perquisizione della polizia nella sede di via Bellerio a Milano.

Nania Domenico (AN): arrestato per 10 giorni e poi condannato in via definitiva a 7 mesi per lesioni personali legate ad attività violente nei gruppi giovanili di estrema destra (fatti dell’ottobre ’69, sentenza emessa nel 1977 e divenuta definitiva nel 1980).

Naro Giuseppe (UDC): condannato in primo grado a 3 anni e in Cassazione a 6 mesi definitivi di reclusione (erano 3 anni in primo grado) per abuso d’ufficio nel processo per l’acquisto con denaro pubblico di 462 ingrandimenti fotografici, alla modica cifra di 800 milioni di lire.

Papania Antonio (PD): il 24 gennaio 2002 ha patteggiato davanti al gip di Palermo una pena di 2 mesi e 20 giorni di reclusione per abuso d’ufficio.

Sciascia Salvatore (FI): condannato definitivamente a 2 anni e 6 mesi per aver corrotto alcuni ufficiali e sottufficiali della Guardia di finanza.

Tomassini Antonio (FI): medico chirurgo, è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione a 3 anni di reclusione per falso.

il "populismo" di Grillo e la chiusura a riccio degli "intellettuali", come quell'ignorante di Sgarbi & Co.


Grillo il comico. Grillo l’esaltato, il volgare, il capopopolo, lo straricco, Grillo il furbo, Grillo il politico che non vuole fare il politico. Ovvero: “non ha il coraggio di metterci la faccia” o ancora “è facile criticare, il difficile è fare”.

Un fatto è certo, però, Beppe Grillo è riuscito a far parlere di sé e di ciò che interessa a lui. Mi spiego meglio, prima della deflagrazione del fenomeno Grillo di alcuni argomenti non se ne parlava e se questo è un merito, se non è un errore porre le basi affinché nasca e si sviluppi una discussione intorno ad un dato argomento, di certo i suoi critici e i detrattori gliene debbono dare atto. Chi per primo, solo per fare qualche esempio, ha parlato di un “parlamento pulito”, chi prima di Grillo si era posto il problema degli “inceneritori”, chi, dei non addetti ai lavori, magari non strapagati, si era posto il problema dell’informazione in Italia?

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Al Vaffanculo day "partecipa" pure la Corte dei Conti.


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La Corte dei Conti vuole un Parlamento pulito, ovvero non pensa che il Vaffanculo day (clicca per aderire) sia una bischerata. Segue così alla notizia dello scorso 12 Luglio nella quale Beppe Grippo confermava di aver depositato in Cassazione a Roma una richiesta di legge popolare per avere finalmente un Parlamento Pulito. 

L’Ok della Corte dei Conti è stato diffuso ieri da Repubblica.it.

Non c'è Berlusconi? Non c'è problema c'è Gentiloni


Il sito di Piero Ricca oggi, alle 14, è stato bloccato dalla Guardia di Finanza a causa della denuncia di Emilio Fede e con la connivenza del Ministro Gentiloni. Per inciso Riccia è una persona che si informa ed informa Fede oltre a disinformare ha sputato, si si ha sputato, in testa a Riccia.

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Di seguito riporto la lettera che Piero Riccia ha inviato a Beppe Grillo:

Sono Piero Ricca.
CARI AMICI, NON POSSO AGGIORNARE IL BLOG. Mi è stato chiuso con atto della procura di Roma, un “sequestro preventivo” notificatomi alle 14,00 di oggi da due agenti della guardia di finanza del “nucleo speciale contro le frodi telematiche”, venuti da Roma. Il sequestro proviene da una querela per diffamazione presentata da Emilio Fede nei miei confronti per la famosa contestazione al circolo della stampa. Con il medesimo provedimento hanno cancellato un mio post relativo alla vicenda Fede e i commenti in calce. Non hanno potuto, per motivi tecnici, togliere il video da youtube.
Naturalmente farò immediata richiesta di dissequestro. Intanto posso solo scrivere queste righe in questa sede. Fra poco manderò un comunicato ai siti amici, e vi chiedo fin d’ora di farlo girare.
Con Fede ce la vedremo in tribunale, magari davanti a uno dei magistrati diffamati e spiati negli anni del governo del suo datore di lavoro.
E continueremo a criticare lui e i suoi simili sulla pubblica piazza, in nuove manifestazioni di dissenso.
Nessuno riuscirà a sequestrare la libertà di espressione, mia e degli amici di Qui Milano Libera e del blog: questo è certo.
Grazie a tutti.

A presto, Piero.

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Se un cittadino occupa abusivamente un appartamento prima o poi subirà lo sfratto, questo è quello che accade normalmente.

Se il cittadino però si chiama Emilio Fede (alias Silvio Berlusconi) tutto è possibile. Una sentenza della Corte Costituzionale, data Novembre 2002, impone l’immediata chiusura dell’emittente illegale, entro e non oltre il 31 Dicembre del 2003.

Come ben saprete la vicenda viene messa a tacere dall’ennesima legge ad personam dello psiconano con decreto datato 23 Dicembre 2003.

Ma a questo punto il Consiglio di Stato interviene con un’ordinanza di ben 61 pagine che poi invia alla Corte di Giustizia Europea, perché ne dichiari l’inadempienza.

La Commissione Europea, nel 2006, metta in mora il Governo italiano, tramite la commissaria Kroes, che in sintesi boccia la legge Gasparri perché non rispetta le direttive europee (comunisti!!!). Con la Kroes conviene pure il Ministro delle comunicazioni Gentiloni.

Ma le cose non finiscono qui. Nell’udienza del 30 Novembre scorso il Governo italiano, inspiegabilmente, difronte alla Corte di Giustizia Europea difende la legge Gasparri, ma cosa ancor più inspiegabile è la stessa Commissione Europea a difendere la legge incriminata. 

Ma non tutte le ciambelle riescono col buco e la Corte di Giustizia Europea interrogando la Commissione europea le fa fare marcia indietro ed alla fine si decide che l’Italia vìola le direttive europee e Fede (alias Silvio Berlusconi alias lo psiconano) è un abusivo. Rete4 va spenta, Rete4 è illegale.

Riporto di seguito l’intervista che Piero Riccia fece poco tempo fa all’editore Francesco Di Stefano, penalizzato dal liberismo berlusconiano.

Mancano solo l’Onu e il dipendente Gentiloni a cui vi prego di chiedere di far rispettare la legge con una mail: gentiloni_p@camera.it o lasciando un commento nel suo blog: www.paologentiloni.it

Intercettazioni telefoniche. Privacy e diritti individuali nell'americanismo odierno


Antonio Di Pietro si schiera contro la legge sulle intercettazioni e lo confessa al blog di Beppe Grillo. «Siamo ormai ridotti alla informazione giudiziaria, scrive Beppe Grillo, per sapere cosa succede. E ci vogliono togliere pure quella. Il governo Prodi è nato morto con l’aborto della nomina di Mastella alla Giustizia».

Mentre il popolo italiano si abitua ai continui scandali, che ad intervalli regolari deflagrano in questo o in quel settore, la nostra classe dirigente, dimentica delle sue ataviche differenze, si trincera dietro un muro di democraticità, di diritto alla privacy e di diritti individuali.

E così mentre vallettopoli, calciopoli, tangentopoli e con loro i furbetti del quartiere e le varie scalate, hanno caratterizzato, per quanto ne possiamo sapere, gli ultimi anni della democrazia italiana, i nostri politici hanno deciso di imbavagliare l’informazione. Di punire l’anello debole della catena (i giornalisti, punibili pecuniariamente, sino a 100.000 euro, ma anche penalmente) e di lasciare nella sua naturale ignoranza la cittadinanza, che, se passasse la legge, verrebbe informata solo a chiusura del processo. E così, però, il cittadino potrebbe continuare del tutto indisturbato a fare il tifo per questa o quella squadra di calcio, per questo o quel governatore, per questo o quel politico, giornale, banca o assicurazione che dir si voglia.

Ma la legge, che tra poco verrà discussa in Senato, raggiunge anche un altro obiettivo, che è quello di permettere al giornalista di farsi gli affari suoi e quindi viver meglio, lontano dalla morbosità del quotidiano.

Con buona pace per i futuri golaprofonda, Nixon e Watergate.

[Alcuni passi della lettera del Ministro Di Pietro]

I nostri emendamenti si propongono di eliminare le pesanti sanzioni, anche penali, ai giornalisti, che sono l’anello debole della catena, e di garantire la possibilità di accedere alle intercettazioni durante le indagini preliminari una volta messe a disposizione delle parti e riconosciute rilevanti ai fini penali.

Le intercettazioni di D’Alema e Fassino, come quelle dei politici legati a Berlusconi, hanno infatti un significato “politico” e, per questo, non possono e non devono essere sottratte alla valutazione degli elettori.

La stessa Corte Europea dei diritti dell’uomo ha dato pienamente ragione alla nostra decisione di non votare al Senato il testo sulle intercettazioni. Lo ha fatto con una recente sentenza che ha condannato la Francia per violazione della libertà di espressione in relazione ad una condanna dei tribunali francesi di due giornalisti per la pubblicazione di un libro sul sistema di intercettazioni illegali durante la presidenza Mitterrand.

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Firma anche tu contro la legge bavaglio-Mastella

vedi anche:

I giornalisti europei bocciano ancora una volta la praxis italica…

Intercettazioni. Tutti allarmati tranne Berlusconi & Co.

Le intercettazioni e le falsità costruite ad hoc…