NELLO DIPASQUALE: “NON HO ALCUNA INTENZIONE DI IPOTECARE LA MIA DIGNITA’”


Assemblea regionale siciliana

Abbiamo intervistato il sindaco di Ragusa, Nello Dipasquale, sui malesseri serpeggianti nel Pdl ibleo.

Che cosa sta succedendo nel Popolo delle Libertà ragusano? Insomma sono volate parole grosse!

Si, ma non da parte mia, non esiste un solo mio comunicato stampa di quel tenore. Io ho solamente espresso delle posizioni che poi a livello nazionale stanno avendo riscontro. Di cosa ho parlato? Della finanziaria e dei tagli, del taglio di tutte le provincie siciliane e dell’insostenibilità di questa legge elettorale. Tutto questo accadeva a luglio.

Arriviamo a settembre ed ecco che il Governo opta non per eliminare solo tre provincie, ma tutte. Due, la mia critica a questa manovra finanziaria non era una polemica sterile e a dimostrarlo ci sono le proteste della quasi totalità dei sindaci italiani, togliere i soldi agli enti locali significa non sapere come funziona un’amministrazione. In ultimo la legge elettorale, mi sembra che proprio pochi giorni fa Angelino Alfano si è detto convinto della necessità di dover cambiare questa legge.

Vero, ma lo scontro tra Lei e il capo gruppo all’Ars, Innocenzo Leontini, si accende all’indomani del mancato finanziamento della 61/81, la cosiddetta Legge su Ibla.

Io sono abituato a rispondere e risponderò, ma nelle sedi di partito. Questa secondo me è, anche, democrazia. Quello che non ho accettato e che i colleghi di partito hanno e stanno fuggendo da un reale confronto, per affidare i loro pensieri e i loro malumori ai media.

Ma ad oggi esageriamo a dire che all’interno del Pdl ibleo c’è una frattura?

Diciamo che nel Pdl c’è una persona, che sarei io, che ha una posizione libera ed autonoma. Io sono colui che si è autosospeso, quando non ero d’accordo con alcune scelte, e basta. Per me la cosa importante è confrontarsi sui problemi e non dibattere del nulla.

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COSA COMPORTA SMANTELLARE UNA CENTRALE NUCLEARE


La centrale di Caorso, in provincia di Piacenza, è stata la più recente e la più grande fra le centrali nucleari italiane. L’impianto è stato realizzato nel periodo 1970 – 1977.

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Ragusa Ibla. Timidi tentativi…


Ragusa Ibla, dopo un'ora dall'ipotetico inizio del concerto

Lo scorso mese abbiamo provato a raccontarvi gli umori dei commercianti e dell’Amministrazione Pubblica a causa dei lavori di ristrutturazione di Ragusa Ibla. Due anni di ritardi che hanno finito per pesare negativamente sull’economia del piccolo centro storico.

Oggi i lavori sono a buon punto, forse nell’arco di un mese o due il Comune potrà finalmente restituire Ibla ai cittadini e ai tanti turisti che si apprestano a sbarcare nella location del celeberrimo Montalbano. Meglio tardi che mai, potremmo dire.

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I SOTTERFUGI DELL’ORO NERO NEGLI IBLEI


Ormai i trenta giorni sono più che trascorsi, da quando il consigliere dell’Italia dei Valori, Salvatore Martorana, ha presentato un’interrogazione alla Giunta comunale di Ragusa sulle eventuali trivellazioni sul territorio ibleo. “Dopo i pali eolici ed il fotovoltaico industriale di contrada Mendolilli, arrivano sul territorio di Ragusa le trivellazioni petrolifere. Da qualche tempo si sente dire che una compagnia Italiana, famosa nel mondo per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi, starebbe iniziando a perforare il sottosuolo per l’estrazione del petrolio. Più precisamente, – prosegue Martorana – sulla strada provinciale Ragusa – Santa Croce Camerina, ai Km 10-12, sembrerebbe che la predetta società petrolifera, dopo accurate introspezioni geologiche e carotaggi esplorativi, di cui stranamente non si è avuta alcuna notizia, abbia scoperto la presenza, non a profondità elevate, di un ricco giacimento di idrocarburi”. Ma tutto tace.

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VERA GRECO: “IL PARCO DEGLI IBLEI NON È SOLO UNA QUESTIONE NATURALISTICA”


Un nuovo modello di sviluppo: cooperazione, sinergia e consapevolezza

Abbiamo intervistato la Sovrintendente ai BB CC di Ragusa, Vera Greco, sull’istituzione del Parco degli Iblei.

cava d'ispica

Dottoressa Greco ci da il suo punto di vista sulla costituzione del Parco degli Iblei e del perché il sindaco di Ragusa, Nello Dipasquale, e quello di Santa Croce Camerina, Lucio Schembari, fanno tanto ostruzionismo?
Il Parco? Nell’immaginario collettivo è rappresentato come un’inutile istituzione buona solo a porre vincoli paesaggistici. Questo perché l’idea di sviluppo che comporta l’istituzione di un parco è diametralmente opposta a quella seguita finora. Per decenni abbiamo continuato a credere che “massacrare il territorio, cementificandolo, significava creare sviluppo”. È innegabile, infatti, che l’edilizia coinvolgendo diverse forze economiche della società crea una certa ricchezza, ma altrettanto vero è,  che un tale modo di agire compromette il territorio in modo irreversibile se non a patto di re-investire enormi somme di denaro pubblico, in opere di bonifica e di recupero del territorio medesimo, non sempre con risultati soddisfacenti.
Il paesaggio è un valore, una potenzialità, una risorsa che non andrebbe inficiata sino a questo punto e a corroborare la veridicità di questa posizione sono le esperienze fattive di chi ha scelto, prima di noi, un percorso di sviluppo alternativo, ecosostenibile. Chi cioè ha investito su un territorio e sull’identità culturale che lo caratterizza. Le aree che si sono mosse in questa direzione hanno avuto un immediato riscontro pratico sia dal punto di vista economico e quindi occupazionale, ma anche da un punto di vista squisitamente culturale, vedendo rafforzato il senso di appartenenza delle singole comunità ad un unico territorio, al quale sono legate storicamente e culturalmente.

Questo è l’assunto fondamentale senza il quale risulta inutile qualsiasi ragionamento. L’ostruzionismo che l’idea del Parco ha calamitato su di sé o più semplicemente le riserve che qualcuno ha avanzato sull’effettiva utilità di un Parco, potrebbero essere giustificate dal fatto che in Sicilia la gestione dei parchi non è stata e non è lungimirante. Troppo spesso, infatti, su queste realtà grava l’inefficienza di consigli di amministrazione pachidermici ingessati da una mancanza di progettualità e da una burocrazia inutile. Ma questa consapevolezza piuttosto che legittimare un’idea di sviluppo retrograda, deve fungere da stimolo e da monito affinché il Parco degli Iblei possa far parte dei tanti esempi positivi esistenti in Italia ed all’estero. “E per far ciò risulta essenziale una progettazione, un piano definito in ogni suo aspetto, che preceda l’effettiva realizzazione del Parco”.
Innanzitutto, un “mito” che va sfatato sin da subito riguarda la nascita di vincoli e lacciuoli sino ad oggi inesistenti. L’area del Parco è già vincolata. Ci sono vincoli paesaggistici, vincoli legati all’azienda forestale e vincoli riguardanti le città d’arte. La creazione del Parco, invece, determinerebbe il passaggio da un sistema di vincoli singoli ad un sistema di vincoli organicamente concepito, che comporterebbe la nascita del sistema delle opportunità. Vincolare un territorio non vuol dire congelarlo, ma regolamentarne l’uso e la fruizione in modo compatibile alle esigenze del territorio e delle comunità che lo abitano.
Le opportunità derivanti dalla messa a sistema di un territorio non sono delle mere ipotesi, ma sono una realtà comprovata e comprovabile dai fatti, dai bilanci dei parchi esistenti, dall’esperienza diretta di quei territori che già vivono questo altro modello di sviluppo. Stiamo parlando di numeri riscontrabili in qualsiasi momento, basta solo andarli a cercare.
Basterebbe infatti vedere come il Parco nazionale d’Abruzzo, i parchi europei o quelli canadesi, ad esempio, interagiscono e in che modo lo fanno con le comunità, che cosa implica, da un punto di vista pratico e non, la gestione e la messa a regime di un parco per questi territori.
Si può infatti parlare di un sicuro miglioramento della qualità della vita. Il miglioramento delle condizioni ambientali come ad esempio la salubrità dell’aria o della qualità dei prodotti derivanti dai settori zootecnico ed agroalimentare è innegabile. Si può parlare di ripercussioni economiche, non intendendo esclusivamente i livelli occupazionali direttamente collegati alla gestione del parco, e quindi ai vari compiti di vigilanza, di custodia e tutela dello stesso, ma a tutto l’indotto sospinto e stimolato dalla nascita del parco stesso. Pensiamo ad attività imprenditoriali legate all’eventuale nascita di un Marchio del Parco, riguardante sia i prodotti artigianali che enogastronomici. Marchio che garantirebbe da un lato la tracciabilità e dall’altro lato la qualità dei prodotti, mentre promuoverebbe i territori in un’operazione di marketing imprenditoriale in nessun modo paragonabile ai risultati raggiungibili dai singoli comuni, anche quando questi dovessero essere ricchi ed importanti come quello ragusano o quello siracusano. Ma ancora non vanno sottovalutati i flussi turistici e le loro dinamiche all’interno dell’area del Parco. Parliamo di turismo enogastronomico, escursionistico o di turismo culturale, perché legato alle città d’arte o ai siti d’interesse storico-archeologico.
Il tutto rivivrebbe una seconda giovinezza perché i territori verrebbero messi a sistema sotto l’unico cappello che è rappresentato dal Parco. Gli stessi siti archeologici o il sistema museale ne trarrebbe enorme vantaggio, sempre dalla messa a sistema e dalla gestione comune, che permetterebbe di calmierare i costi altissimi, riuscendo al contempo ad offrire un servizio migliore.
Un unicum, quindi, di zone marittime, rurali e montane, ma anche di aree d’interesse paesaggistico, storico, enogastronomico, in una parola un unicum culturale.
Quei centri, invece, sino ad oggi considerati disagiati, come le comunità montane, messi in sinergia con quelle zone, oggi meta dei flussi turistici, come le zone balneari e le città d’arte, godrebbero di un sicuro effetto traino dovuto nuovamente alla visibilità donatagli dall’intero territorio del Parco. Un esempio sono le greenway.  Strumento di penetrazione dolce, sostenibile e lento, capace però di dare una stanzialità al turista, che poi è la vera ricchezza, di contro a quell’altro tipo di turismo, quello mordi e fuggi, che per ora caratterizza il nostro territorio. A tal fine la Sovrintendenza ha già definito dei vincoli e ha già stilato con la provincia e con l’azienda foreste due progetti esecutivi.
Ma tutto ciò affinché possa divenire realtà, necessità di un effettivo progetto che, al di là di particolarismi ed egoismi vari, riesca a mettere in sinergia le enormi ricchezze di un territorio sino ad oggi sottovalutato, sfruttato o nella migliore delle ipotesi vissuto parzialmente.
Sovrintendente l’ufficio da Lei diretto è stato invitato a partecipare all’incontro indetto dal sindaco Nello Dipasquale per il prossimo 19 Gennaio?
No, non sapevo neanche dell’esistenza di questa riunione.
Ha un’ultima dichiarazione da fare?
Voglio il Parco.

Parco degli Iblei. Continua la mistificazione del partito del no!


Continua l’offensiva contro l’istituzione del Parco degli Iblei. Media e politici perseverano senza ritegno nella loro opera di disinformazione su che cosa potrebbe rappresentare l’istituzione di un Parco negli Iblei, un parco comprendente le province di Ragusa, Siracusa e Catania.

“Il parco ingessa l’economia del territorio”, “il parco serve solo per raccogliere asparagi e funghi”, “il parco è solo una questione interna alle associazioni ambientaliste, che cercano un po’ di visibilità”. “Abbiamo già troppe riserve”, qualcuno ha dichiarato. Queste in sintesi le posizioni dei detrattori.  Si arriva persino alla tragi-commedia, quando il sindaco di Santa Corce Camerina, Lucio Schembari, mostra la sua contrarietà al parco, visto che il comune rivierasco difficilmente ne potrà far parte.

Uno. Il Parco non è una riserva, chi glielo spiega a questi tuttologi del nulla?

Due. Sempre i tuttologi, di cui sopra, fanno un gran parlare di turismo, di percorsi del gusto, di specificità e naturalmente dell’importanza di fare sistema, poi che cosa dovrebbe andare a sistema o cosa significa sinergia non è ancora molto chiaro se qualsiasi proposta, questi fanno, ha il sapore dell’avventura solitaria.

necropoli di pantalica

L’ultima bordata riguarda l’assessore provinciale al Territorio, Salvo Mallia, accusato di attendismo pusillamine. A nulla sono valse le spiegazioni dell’assessore che, in più di un’occasione, ha precisato che

la Provincia Regionale di Ragusa, in qualità di coordinatore sovracomunale, ha proposto l’istituzione di un tavolo tecnico per permettere in fase attuativa di giungere ad una proposta, condivisa da tutti gli attori del territorio, di perimetrazione e zonazione che possa creare minori disagi possibili a tutte le categorie produttive, tenendo conto che il nostro territorio deve necessariamente orientarsi verso la logica dello sviluppo sostenibile

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Parco degli Iblei. Lo spirito battagliero del sindaco di Ragusa Nello Dipasquale


Nello Dipasquale, sindaco di Ragusa, ancora una volta mostra il suo lato peggiore, la sua vocazione al cemento.

grotte carsiche negli iblei

L’ultima uscita del sindaco è contro l’istituzione del Parco degli Iblei. Vero e proprio gioiello naturalistico sconosciuto ai più, che qualcuno, (dal sovrintendente Vera Greco in giù) vorrebbe tramutare in un parco. Secondo Dipasquale costituire un parco naturalistico significa ingessare un territorio, limitandone le potenzialità di crescita economica:

… comprometterebbe lo sviluppo del comparto agricolo e zootecnico, il settore della serricoltura e potrebbe mettere in discussione il futuro economico delle piccole e medie imprese commerciali ed artigianali. Non bisogna dimenticare – continua ancora il sindaco Dipasquale – quale sia la vocazione del nostro territorio; a cosa serve infatti istituire il “Parco degli Iblei?

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