Chi per caso si dovesse dilettare a visionare la nostra storia più recente, non può non accorgersi del ruolo oscuro dei nostri servizi segreti, sempre in difesa dei potenti, magari di destra o di estrema destra, e mai al servizio dello Stato.
L’ultima vicenda riguarda i dossier preparti dal sismi, cioè da Nicolò Pollari e dal suo braccio destro, Pio Pompa, per screditare l’opposizione di centrosinistra, i giornalisti ed i magistrati non proprio allineati con la politica di Berlusconi. Allora, eravamo nel 2006, forse qualcuno lo ricorderà, venne a galla l’ennesima nefandezza dei nostri servizi. Questi delinquenti, dopo aver giurato, nel 2001, fiducia incondizionata a Berlusconi, avevano iniziato ad utilizzare, tra gli altri strumenti, anche la Telecom per costruire vari dossier tutti finalizzati allo screditamento degli avversari del centrodestra, che sempre più appaiono come i nemici dell’organigramma berlusconiano.
Facciamo due passi indietro. Il fatto venne alla luce quando gli inquirenti iniziarono ad indagare sul rapimento di Abu Omar, imam di Milano, rapito in gran segreto dai servizi segreti italiani e statunitensi, poi trasferito nelle carceri del Cairo. A seguito di quelle indagini si scoprirono delle enormi falle nei sistemi di sicurezza della Telecom e della Tim. Ovvero la Telecom e la Tim, primo gestore in Italia per la telefonia mobile e fissa, erano utilizzate come data base dai servizi segreti. ( per saperne tutta la cronistoria clicca qui). Dopo pochi giorni da questa scoperta Adamo Bove, il manager della sicurezza di Tim e Telecom, si suicidò in circostanze misteriose, forse è meglio dire che fu indotto al suicidio.
Questa a grandi linee la storia. Da Abu Omar ai dossier per screditare uomini come Prodi e Fassino, ma anche magistrati e giornalisti, colpevoli di fare il loro lavoro, o militari dei Ros o agenti delle forze dell’ordine, come Giovanni De Gennaro, capo della Polizia, o ancora imprenditori non genuflessi alle volontà del Capo/cavaliere. Ricordiamo, così in appendice, che Renato Farina, giornalista di Libero ed Il Giornale, per questa vicenda fu radiato dall’albo e che i millantatori di fassino e Prodi furono in seguito arrestati.
Bene, come è finita la vicenda? Che il signor Berlusconi non dimentica gli “amici” e ieri, così, per sgomberare il campo da possibili pericoli ha posto il segreto di stato sulla vicenda, ovvero le carte saranno secretate per i prossimi 75 anni. E poi De Magistris ha torto?